8 maggio 2014

Che cos'è il counselling?

  L’intervento di counselling consiste in un ciclo limitato e prestabilito di colloqui (in genere 4) e si propone di offrire ai clienti uno spazio di ascolto delle loro difficoltà avvalendosi dell’aiuto di un professionista dotato di specifiche competenze cliniche e relazionali.
Nonostante gli interventi di counselling siano brevi e tendenzialmente rivolti ad individui che si trovano ad affrontare momenti di crisi o di cambiamento connessi al proprio ciclo di vita, è comunque un campo in cui l'operatore deve procedere con cautela, disponendo di strumenti teorici e tecnici adatti.
Negli ultimi anni assistiamo al proliferare di figure professionali che si occupano di benessere psicologico (counsellor o counselor, pedagogisti clinici, consulenti filosofici, consulenti del benessere, life coach ecc. ecc.). Probabilmente l'idea di chi si rivolge al counsellor et al. piuttosto che allo psicologo è basata su antichi stereotipi mai del tutto superati circa la professione di psicologo (e dello psicoterapeuta) come medico dei pazzi. Ma questo è un altro discorso. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e come funziona. 
Nell'intervento di counselling ad orientamento psicodinamico lo psicologo ha il compito di aiutare il cliente ad acquisire una maggiore consapevolezza e a ridefinire meglio il problema per il quale si è presentato, a comprenderne il significato nei diversi contesti di vita, a guardarlo da una diversa prospettiva e a sostenere le sue capacità adattive agli eventi esterni che possono averlo indotto a chiedere aiuto.
L’operatore non dà indicazioni o prescrizioni evitando di assumere una posizione direttiva, che potrebbe incoraggiare atteggiamenti passivi o infantili, ma privilegia l’ascolto di quanto spontaneamente il cliente va esponendo per costituire un’ “alleanza di lavoro” diretta all'esplorazione condivisa delle difficoltà attuali.
Gli interventi realizzati hanno finalità essenzialmente di prevenzione ma racchiudono potenzialità trasformative. I colloqui possono costituire un primo momento di condivisione di difficoltà angoscianti, e vissute fino a quel momento come una sorta di pesante segreto, e permettere di sciogliere nodi problematici per fare un primo, ma significativo, passo per superare una situazione di impasse e riavviare il percorso di crescita emotiva.
La possibilità di vedersi “come in uno specchio”, cioè di guardarsi anche dall'esterno attraverso lo sguardo di un altro può consentire di far emergere quelle risorse che il soggetto stesso pensava di non avere, o che non riusciva a “vedere”, perché paralizzato da una situazione difficile.


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